Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso

Dobbiamo anche osservare che le modificazioni accidentali dei fenomeni hanno grazia e attrattiva di per sé. Per esempio, quando il pane è nel forno, certi punti si rompono e queste spaccature, anche se non erano nelle intenzioni del fornaio, ci stanno bene e stimolano la fame. Così i fichi, quando sono ben sviluppati, si aprono. Alle olive mature l’imminenza stessa dell’imputridimento dona uno splendore tutto particolare. E ancora: le spighe che si piegano; il sopracciglio del leone; la bava che cola dalla bocca del cinghiale, e molte altre cose che non sono belle se le guardi in sé, ma, accompagnandosi a certi fenomeni naturali, aggiungono bellezza e fascino. Perciò, se uno è sensibile alle manifestazioni dell’universo, non ne troverà una, benché derivi da altre, che non abbia una sua gradevolezza particolare. E le fauci delle belve reali gli appariranno non meno piacevoli di quelle che rappresentano i pittori e gli scultori. E i suoi occhi sereni potranno contemplare la pienezza di un vecchio o di una vecchia e l’amabilità del giovane. E molte altre cose del genere, che non si rivelano a tutti, ma solo a chi ha confidenza con la natura e con le sue opere.